Ora ChatGpt ricorda chi siamo e cosa ci piace
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ChatGpt aggiunge una nuova funzione che ottimizza l’esperienza degli utenti. Grazie alle “istruzioni personalizzate”, infatti, ora è possibile segnalare al chatbot chi siete, cosa vi piace e soprattutto quali risposte vorreste ricevere alle vostre domande. Un’opzione che potrebbe rivelarsi particolarmente utile sui dispositivi mobili, ma che per il momento è disponibile in versione beta soltanto per gli abbonati ChatGpt Plus, fatta eccezione per il Regno Unito e i paesi dell’Unione Europea, dove potrebbe arrivare in un secondo momento. Fino a oggi, infatti, il chatbot di OpenAI ha mai ricordato nulla dei suoi utenti, dimenticando tutto quello che gli veniva detto al termine di una conversazione. Ora, invece, grazie alle “istruzioni personalizzate” il chatbot può memorizzare informazioni utili per riuscire a rispondere più rapidamente alle vostre richieste.

A tal proposito Joanne Jang, che lavora sui comportamenti dei modelli e sui prodotti per OpenAI, ha fornito qualche dettaglio utile sulla nuova funzione: se siete insegnanti, per esempio, potete specificare l’ordine e il grado della scuola in cui state lavorando, così da ricevere da ChatGpt risposte che siano profilate per la fascia d’età di riferimento – ammesso che usiate il chatbot per preparare le vostre lezioni -. Oppure, nel caso in cui usiate l’AI per trovare nuove ricette da provare in cucina, potete comodamente inserire nelle istruzioni il numero di persone per cui siete soliti cucinare, così da ricevere risposte e porzioni ben precise. Insomma, con le “istruzioni personalizzate” ChatGpt vi permette di risparmiare tempo nelle richieste da sottoporgli, senza dover ogni volta dettagliare il contesto per cui desiderate ricevere una risposta.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Se la nuova opzione di OpenAI migliora l’esperienza degli utenti in termini di praticità, dall’altro aumenta la possibilità che il chatbot fornisca informazioni sbagliate e imprecise, non riuscendo a interpretare al meglio la richiesta. Motivo per cui, almeno per ora, la società ha scelto di lanciare la funzione in versione beta, così da renderla disponibile a livello globale soltanto quando sarà pronta davvero. L’obiettivo di OpenAI, infatti, è quello di trasformare ChatGpt nel perfetto assistente personale di ognuno di noi. E come ogni buon assistente che si rispetti, il chatbot dovrà imparare a conoscerci per soddisfare a pieno le nostre esigenze.



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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-21 09:15:14 ,

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